“Come faccio a valutare il sistema di accumulo migliore?…”Ma di quanta potenza ho effettivamente bisogno?… Ma non è che sono pericolose queste benedette batterie?…”
Lo so, la possibilità di utilizzare gli incentivi per installare un sistema di accumulo con il proprio impianto fotovoltaico, ha acceso i riflettori su questo nuovo modo di “concepire” la casa. Scrivo proprio concepire, perché l’idea di installare un sistema di accumulo nasce dall’idea di risparmiare sui propri consumi. Installato solitamente con un impianto fotovoltaico, ci potrebbe garantire le così tanto sognate “24 ore di Sole”.
Come faccio però a valutare la scelta migliore? Rieccoci ancora al punto iniziale… Come l’arredamento, gli elettrodomestici o quando pensiamo di cambiare la nostra auto; l’installazione di un impianto fotovoltaico e il sistema di accumulo sono argomenti importanti, da valutare. Vediamo allora insieme le varie tipologie di connessione, cosa ci offre il mercato e le normative di riferimento.
Tipologie di connessione
Le batterie, sono accumulatori, accumulano l’energia prodotta dal nostro impianto di produzione che non viene immediatamente impiegata.
Accoppiate al fotovoltaico possono essere connesse in due modalità differenti:
1 – BATTERIE LATO PRODUZIONE
2 – BATTERIE POST PRODUZIONE
LATO PRODUZIONE: Anche chiamate batterie per accoppiamento su lato DC (corrente continua); è la soluzione più impiegata oggi per le nuove installazioni. Vengono accoppiate a uno o più inverter fotovoltaici in grado di gestire i vari flussi di carica e scarica, oltre alla produzione e l’energia per i nostri utilizzatori.
Possono essere installate anche su impianti già esistenti, c’è da considerare però la sostituzione del proprio inverter, se non predisposto.
POST PRODUZIONE: Sono sistemi di accumulo che vengono installati sul lato AC (corrente alternata), a differenza delle batterie precedenti, ci sono batterie, che già vengono fornite di modulo inverter integrato.
E’ la soluzione sicuramente più semplice dal punto di vista installativo. Basta infatti inserire la nostra batteria/inverter, con solitamente il suo sistema di lettura, senza sostituire nessuna parte. Viene proposta per la maggior parte dei casi, su impianti fotovoltaici già esistenti.
La differenza sostanziale è l’efficienza del nostro sistema di accumulo. Mentre nel primo caso si ha una singola conversione DC/AC che già viene fatta per usare per esempio “la nostra lavatrice”. Nel secondo abbiamo una doppia/tripla conversione Lato produzione DC/AC (impianto fotovoltaico) e Lato carica AC/DC (batterie di accumulo).
Inoltre c’è da fare molta attenzione alla potenza complessiva dei nostro impianto.
Limitazioni dalla norma CEI 0-21 per impianti connessi in rete:
Si, dal punto di vista impiantistico, c’è da prestare molta attenzione alla potenza nominale del nostro impianto di produzione.
Per quanto riguarda le batterie collegate sul lato DC, la potenza del nostro impianto è relativa alla massima potenza tra inverter e potenza di picco del generatore. Non è proprio così, però per capirci, dal punto di vista installativo la potenza è circa quel valore, conoscendo che la massima potenza in immissione (in rete elettrica nazionale) può essere data solo dal nostro inverter.
Quindi se abbiamo installato un sistema di accumulo sul lato DC, la massima potenza in immissione non potrà mai superare la potenza del nostro inverter che gestisce i flussi.
Diverso è l’approccio per le batterie sul lato AC, infatti per il calcolo della potenza in immissione, c’è da considerare il doppio inverter, quindi è come se le potenze si sommassero.
ESEMPIO: 3kW di potenza inverter FV + 3kW di batterie di accumulo su lato AC, c’è da considerare circa 6kW di potenza nominale di impianto.
Questo cosa comporta?… Dipende dalla configurazione dell’impianto. Secondo la normativa CEI 64-8, tutti gli impianti elettrici con forniture superiore a 6kW, sono soggetti a progettazione da tecnico professionista abilitato. Quindi se la potenza del nostro impianto è superiore, ricadiamo nelle condizioni di progettazione obbligatoria. Un’altra variante da considerare, oltre alla progettazione che è il meno dei mali diciamo, è la decisione dell’ente fornitore, di fronte a immissioni dichiarate superiori a una certa soglia.
Con potenze superiori a un determitato valore, che può cambiare su decisione dell’ente, (nelle nostre zone Lecco/Monza/Bergamo è di circa 6/10kW) si potrebbe dover cambiare la modalità di connessione da Monofase a Trifase.
La nostra opinione in merito alla scelta corretta
Se dobbiamo presentare un’offerta per un nuovo impianto di produzione per uso residenziale, in cui c’è da considerare un sistema di accumulo, senza pensarci due volte la scelta sarebbe per un sistema di accumulo accoppiato in DC.
Ci sono prodotti che permettono di avere sviluppi futuri, possono essere ampliati senza considerare i costi di una nuova installazione completa.
Molto importante è valutare la “chimica” della batteria o dei pacchi batteria, considerare i dati sulla scheda tecnica di un determinato prodotto. Successivamente, presenteremo un articolo con le principali caratteristiche da valutare.
Cosa offre il mercato
Sono disponibili molti prodotti, il mercato degli accumulatori al litio è in continua evoluzione.
Giustamente le normative ci sono, ed è giusto che ci siano per regolamentare le installazioni e il corretto funzionamento della rete elettrica nazionale.
Se la scelta ricade su Batterie per accoppiamento DC, non tutte le batterie vanno bene con tutti gli inverter e non tutti gli inverter vanno bene con tutte le batterie. Ogni produttore di inverter fotovoltaici e/o di batterie, ha fatto delle particolari scelte di partnership per poter offrire prodotti certificati installabili insieme.
Per accumulatori su lato AC, la scelta è un po’ meno restrittiva, poiché questa tipologia di accumulo è come da considerarsi quasi distaccata dal nostro impianto fotovoltaico. Le potenze in gioco però sono sullo stesso impianto elettrico.
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